BRAINSTORMING: UN METODO DI PENSIERO CREATIVO
Il brainstorming è una tecnica utilizzata per incoraggiare i membri di un gruppo di lavoro a produrre idee o soluzioni a un problema specifico.
L’ORIGINE DEL BRAINSTORMING.
La tecnica è stata ideata da ad Alex. F. Osborn, presidente della società pubblicitaria BBDO nel 1938. Osborne notò che nei gruppi di lavoro della sua azienda, intenti a risolvere un qualunque problema operativo, si sviluppava una eccessiva criticità, il gruppo trascorreva molto tempo a criticare le idee altrui anziché proporne di nuove. Un atteggiamento fortemente contro producente in quanto non invogliava all’esposizione di nuove idee ma piuttosto le limitava, visto che le persone preferivano tacere anziché esporsi alle critiche degli altri.
L’idea di Osborn fu semplice quanto geniale. Separare la fase di discussione e produzione di idee da quella critica e di analisi delle idee esposte. Pertanto nella sessione di brainstorming le persone sono invitate a dare libero corso alle idee e vi è divieto assoluto di qualsiasi giudizio critico, rimandato in un secondo tempo.
La prima applicazione del brainstorming fu quindi in campo pubblicitario. Osborne organizzò il primo “gruppo di pensiero” nella sua azienda nel 1939 e molti anni dopo, nel 1953, ne parlò nel suo libro “Applied Imagination: principles and procedures of creative thinking” (Charles Scribner’s Son, New York 1953).
Anche se il brainstorming rimane l’invenzione più conosciuta di Osborne, in realtà per questi era un modo per creare idee. La sua l’attenzione era focalizzata sul processo creativo e su come applicarlo in ambito aziendale, tanto che negli anni ’50 del secolo scorso diventa un guru riconosciuto del “creative thinking”. La creatività viene vista da Osborne come una potente leva per ideare soluzioni e risolvere problemi manageriali e, creare un ambiente di riunione confortevole e informale ne facilita l’ideazione.
LE REGOLE DEL BRAINSTORMING.
Osborn fissa 4 regole che sono rimaste sostanzialmente immutate:
Evitare ogni critica: ogni disapprovazione sulle idee espresse deve essere rimandata a un secondo tempo. Poiché ogni giudizio negativo espresso durante la sessione potrebbe inibire i ragionamenti a ruota libera e di conseguenza la produzione di idee.
Puntare sulla quantità: Osborn ha sempre sostenuto l’importanza della quantità delle idee da produrre, poiché questo flusso di idee non porta necessariamente solo buone idee e pertanto più alternative ci sono maggiore sarà la probabilità di trovarne di valide.
Essere audaci: non censurarsi e quindi dare libero corso alle proprie idee.
Ricercare combinazioni e miglioramenti: i partecipanti, oltre a contribuire con le proprie idee, dovrebbero suggerire come migliorare le idee altrui o come due o più idee possano essere combinate in una nuova idea.
Dunque l’obiettivo della tecnica è di concentrarsi su un problema specifico e dare libera espressione alle proprie idee senza pensare se saranno attuabili o accettabili. Soltanto in un secondo momento lo stesso gruppo (o altri) valuterà le idee prodotte, ne eliminerà alcune e, tra le rimanenti, selezionerà quelle da utilizzare.
L’ORGANIZZAZIONE DI UN BRAINSTORMING
I principali elementi sui quali le prassi aziendali tendono a focalizzare l’attenzione nell’organizzazione di una sessione di brainstorming sono: il numero di partecipanti, l’ambiente di riunione e la conduzione.
Riguardo il numero di partecipanti vi sono idee piuttosto contrastanti. Alcuni autori non pongono limiti, altri raccomandano un minino di tre ad un massimo di sei persone. Osborne nel suo libro parla di 10 persone. Le pratiche più accreditate fanno riferimento ad un massimo di 10/12 persone e un minimo di 5/6 sotto il quale è inopportuno scendere per l’insorgere di situazioni contrastanti (es. atmosfera meno rilassata) con la creazione di idee. È auspicabile che il gruppo sia composto da personale eterogeneo per età, sesso, ruolo, specializzazione, studi, esperienze, ecc. in modo da favorire lo scambio.
Come sottolineato da più parti è importante creare un ‘ambiente di riunione confortevole per facilitare la produzione di idee. Quindi l’ampiezza del luogo dove si svolge la sessione, l’illuminazione, il comfort degli arredi, il livello di rumore (distrazioni o interruzioni), la disponibilità degli strumenti che serviranno nel corso dell’incontro, sono alcuni degli elementi che contribuiscono in maniera determinate a creare un clima disteso.
Un altro elemento fondamentale per la buona riuscita di un brainstorming è la presenza di un moderatore che deve coordinare il gruppo. Anche se viene spesso chiamato con nomi diversi (leader, facilitatore), il moderatore deve avere un atteggiamento supportativo, autorevole e non autoritario e a lui spetta il compito di: assicurarsi che tutti comprendano gli obiettivi della riunione e conoscano il problema da risolvere, creare un ambiente collaborativo, far rispettare le 4 regole alla base della tecnica, registrare le idee (chi scrive può essere anche un’altra persona), aiutare il gruppo a rimanere concentrato sull’obiettivo.
CHIARIMENTO SUL TERMINE
Osborn nel suo libro spiega come sia nato il nome della tecnica e chiarisce che brainstorming ha significato di “assalto di idee”, cioè storming è la declinazione del verbo to storm (assaltare) non del sostantivo storm (tempesta). Pertanto la tecnica in italiano non deve essere tradotta in “tempesta di idee” o “tempesta di cervelli” ma in “assalto di idee”.
IL BRAINSTORMING NEL PROJECT MANAGEMENT
Nel project management il brainstorming è impiegato nei processi di pianificazione:
– per generare e raccogliere idee relative ai requisiti di progetto e del prodotto e, poiché non include una votazione di priorità, è spesso utilizzato in unione con altre tecniche di creatività di gruppo quali la tecnica nominal group;
– per coinvolgere i membri del team al fine di migliorare l’accuratezza delle stime (tempi e costi). Per di più quando le persone sono coinvolte in un processo di stima, sentiranno una maggiore responsabilità nel rispettarle;
– come ulteriore strumento di pianificazione della qualità, al fine di definire i requisiti di qualità e predisporre le attività per la gestione;
– come tecnica di raccolta di idee utilizzate nell’identificazione dei rischi.
Anche se alcuni considerano il brainstorming una tecnica superata è indubbia la sua utilità e la sua versatilità rende possibile un suo impiego in ambiti molto diversi.
BRAINSTORMING: UN METODO DI PENSIERO CREATIVO
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